L’attesa di Giovanni Perna #NovSal

Voltati Eugenio
Io lo so che il titolo, per pure questioni anagrafiche, non dirà moltissimo, ma il film era molto bello e pure molto “avanti”.

Ma lo uso per altro.

Lo uso per parlare di questo signore che, stasera, ci ritroveremo contro.

Magari non sarà una notiziona, ma io ho sempre avuto difficoltà nella condivisione di massa.

Sin dai tempi delle elementari, quando tutti parlavano di Rivera ed io impazzivo per Mazzola.

Quando vedo folla, vado dall’altra parte, pure se è scomoda. Ci si nasce, così.

E quindi, non ci si può meravigliare se nutrivo una calcistica passione per Corini calciatore.

Senza legami particolari, per le squadre nelle quali ha militato.

Senza ricordi di Nazionale maggiore, che pure avrebbe meritato.

A me piacciono i leader quieti.

Quanto invasato sono quando si parla di tifo, tanto più ho apprezzato, ed apprezzo, quelli che in campo non fanno bordello ed inanellano presenze, minuti, gol senza girare mai la maglietta di schiena per far vedere il nome.

Quelli che durano, ma veramente, non per far campare direttori sportivi e procuratori.

E lo fanno a latitudini diverse, non uomini da una piazza sola.

Quando andò via dal Chievo (134 partite e 27 gol) per trasferirsi al Palermo aveva 33 anni.

Durò ancora 6 anni, 173 partite e 26 gol, tra rosanero e Torino.

Non gregario, non boss, gente così è talmente normale che nel pallone pare capitata per sbaglio.

E se lo portano, quel tratto distintivo, quando dal campo passano alla panca.

Io lo so che a tanti non farà sbarluccicare gli occhi, che magari dopo aver letto wikipedia e visti gli esoneri (se contate pure quello di Zamparini), direte che questo non è allenatore da prima fila.

Io nel suo curriculum ci leggo solo la strada di uno raccomandato solo dal suo lavoro in un mondo dove se sei raccomandato puoi pure dire di essere stato in B senza saper giocare al calcio.

Per questo mi piace, Eugenio, che quando ho avuto il piacere di conoscerlo e gli ho chiesto la sua visione del Calcio ha trascorso una serata senza parlare di moduli, ripartenze, elastici e sovrapposizioni.

Ma di valori, motivazioni, dell’alchimia difficile di mettere insieme teste diverse.

Uno così, se ti funziona il cervello, lo vorresti sempre sulla panca della squadra tua.

Esattamente quello che gli ho augurato. Se augurio può essere.

Ma questo non accadrà domani, domani sulla mia panca ci va un altro. Che, sempre perché quando vedo folla eccetera eccetera, non mi pare il Padre di tutte le nefandezze.

I Padri sono altri, anche se Bollini non tiene la faccia di Mel Gibson in Braveheart.

Quindi, quando sarà sarà se deve essere.

Ma non è stasera.

Fai la cortesia, stasera voltati, Eugenio.


Novara-Salernitana @stadio “Piola” – 24 Ottobre 2017

A cura di Giovanni Perna

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